Carlo Ponte e Michel Paquier di Douce riaprono Klainguti
Articolo integrale, a cura di Domenico Biscardi, sul numero 330 di Pasticceria Internazionale, la cui anteprima si può visualizzare e scaricare a questo link.
Al civico 7 della Salita San Franceso, nel cuore della Genova aristocratica, il 5 ottobre 1892 lo scrittore francese Paul Valéry, madre genovese e padre corso, visse la famosa nuit de Gênes, una notte di tempesta nel tumulto della quale l’autore, appena ventunenne, compie una rivoluzione interiore: abbandona la poesia e abbraccia il suo nuovo destino, la fuga dalla mondanità e la riflessione sulla letteratura. La Superba resterà per lui la città più cara, dedalo di viuzze che dal porto su fino a via Garibaldi, emana a fine Ottocento gli odori di caffè e cacao. Palazzo Montanaro, dove oggi sono visitabili i ricchi ambienti d’epoca dove Valéry visse questi attimi concitati, è una tessera del vasto mosaico di luoghi storici, dimore patrizie, botteghe antiche, musei e collezioni, incastonati nel paesaggio.
Gli stessi panorami urbani attraversati a partire dal 1828 dai quattro fratelli svizzeri Klainguti, giunti a Genova per imbarcarsi per il Nuovo Mondo, ma che vi rimasero, aprendo la pasticceria svizzera di piazza Soziglia. Un negozio oggi al centro di una vicenda di acquisizione, che porta i riflettori su un’avventura imprenditoriale che lega con fluidità passato e presente e stringe i legami tra Italia e Francia.
Nell’estate del 2021 la stampa genovese riporta, malgrado il vincolo di confidenzialità richiesto dai compratori, la notizia della vendita all’asta dell’antica pasticceria Klainguti – dichiarata Bottega Storica dalla Camera di Commercio di Genova, dal comune e dalla Soprintendenza – e aggiudicata dalla società Camilò dell’avvocato Carlo Ponte e del pasticciere francese Michel Paquier, entrambi titolari della pasticceria Douce a Genova.
Questo è un luogo imprescindibile della memoria locale, dove Giuseppe Verdi, come ricorda il biglietto autografo esposto nel negozio, assaggiava il Falstaff, la brioche alla pasta di nocciola che portava il nome della sua più celebre opera buffa, composta su libretto di Arrigo Boito tratto da Le allegre comari di Windsor, di William Shakespeare. “Si tratta di una procedura fallimentare delicata e ad oggi non siamo in disponibilità dei locali. Per questo abbiamo deciso di
comunicare con parsimonia”, ci dice Ponte. In effetti, dopo l’asta avvenuta a giugno di quest’anno, all’ora alla quale scriviamo ha avuto luogo solo l’aggiudicazione definitiva del bene, che sancisce l’identità dei futuri compratori, ma l’acquisto, che si effettua con atto notarile, dovrebbe avvenire a metà settembre.
Adesso resta solo la delicatissima fase di riapertura della pasticceria, per cui Ponte, Paquier e Rinella (amico e collega di Michel) hanno dichiarato di non voler realizzare un nuovo Douce, ma di volersi addentrare in una vera e propria riscoperta della pasticceria ottocentesca di Klainguti, applicando una logica di restauro conservativo del patrimonio culturale, sia a livello di ricette che di architettura del locale.
Grande entusiasmo anche da parte degli addetti ai lavori, storici e non, dalla pasticceria Villa di Profumo a Pâtisserie 918, tutti molto contenti della notizia.
Vi aspettiamo quindi non appena sarà possibile da Klainguti con la sua nuova sapiente gestione, nel frattempo trovate tutte le informazioni, ma proprio tutte, sul numero 330 di Pasticceria internazionale.